Interventi

Martedì 11 Marzo 2008, da ADNKRONS


ROMA - «L'alto tasso di delitti in famiglia in Italia si spiega con la crisi che sta attraversando il ruolo del genitore. La società moderna, che io definisco postnevrotica, ha infatti sfidato il ruolo educativo di padri e madri mettendoli in competizione con i modelli, spesso distorti, proposti da media e tv. Se mandano in televisione uno spot che invita i bambini ad accompagnare i genitori all'Ippodromo e a vederli scommettere, vuol dire che non solo la famiglia è malata, ma tutta la società».
Così Francisco Mele, psicanalista, criminologo e docente in Sociologia della Famiglia presso l'Istituto Progetto Uomo, commenta l'efferato triplice omicidio di Taranto. «La depressione è la malattia del nostro secolo - continua Mele - generata dall'esasperata rivalità del mondo moderno e sintomo della difficoltà di “riuscire ad essere”. Ed il mancato riconoscimento del proprio ruolo anche all'interno della famiglia può scatenare in una persona depressa la violenza, prima diretta contro se stessi, e poi anche contro gli altri. Fino ad arrivare all'assurdo di un padre, figura protettiva e autoritaria, che uccide i propri figli».


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